This review may contain spoilers
Assolutamente romantico
Eternal love o Three lives, Three Worlds, Ten Miles of Peach Blossom è stata l’ennesima sorpresa del genere xianxia.
Ne avevo sentito parlare in ogni dove ma non essendo interessata al genere ho sempre guardato oltre.
E ho fatto male, per le romanticone come me è una vera perla.
Il percorso e l’amore dei protagonisti tiene attaccati allo schermo senza mai annoiare, nonostante i ben 58 episodi.
Consiglio: se i primi 12 episodi vi fanno desistere dal continuare, non mollate, le cose si fanno più interessanti e chiare a partire dal 13esimo episodio.
Provare per credere!
Trama
All’inizio può risultare tutto un po’ confuso, non si capisce bene chi è chi e dove si voglia andare a parare, ma superati i primi dieci episodi si inizia la vera storia.
Una delle cose che più ho gradito è la separazione della vicenda in più blocchi: le varie vite che i protagonisti vivono con dinamiche e ambientazioni del tutto diverse.
Questo rende il tutto davvero più intricato e ricco di suspense perché fino alla fine non viene concesso il legame roseo e coccoloso dei protagonisti.
E in realtà il lieto fine non è nemmeno così scontato, risulta una speranza del pubblico dopo le innumerevole situazioni che si vengono a creare tra i due amanti.
Ammetto che molte di queste situazioni non siano proprio di estrema originalità, ma messe insieme nei tempi e spazi giusti rendino la vicenda ingarbugliata ma avvincente.
Senza dubbio poi qui si parla di amore con la A maiuscola, come ben promette il titolo.
Finalmente ho ritrovato l’intensità di un legame che rispecchia le sofferenze e la necessità dei protagonisti.
Oltretutto fino alla fine i colpi di scena non mancano, regalando quell’attesa di sapere che cosa accadrà anche negli ultimi capitoli conclusivi – cosa che non accade così spesso visto che di solito si parla di matrimoni, figli e compagnia bella.
Recitazione/cast
Avevo letto alcune recensioni in cui si contestava la poca avvenenza del protagonista, elemento che, per carità, non incide sulla sua bravura come attore, ma che volente o nolente può incidere sul coinvolgimento di storie d’amore.
Questo è uno di quei casi in cui giudicare un libro dalla sua copertina risulta controproducente.
Mark Chao, pur non avendo lineamenti che spaccano lo schermo (de gustibus…), ha quel carisma sulla scena che ti coinvolge anche nelle piccole cose.
Quindi, anche se di primo acchito non vi attira, vi ritroverete a rimanerne affascinata e a fare il tifo per lui fino alla fine.
Mano a mano che andavo avanti con la storia ho iniziato anche ad apprezzare quella iniziale freddezza del suo personaggio, perché la sua comunicazione non verbale faceva tutto il resto: i suoi sguardi, le sua azioni, i suoi sorrisi, per non parlare dei suoi scatti inaspettati di gelosia, esprimono meravigliosamente le sue emozioni senza tanti discorsi superflui.
Yang Mi, l’attrice protagonista, non è da meno. L’evoluzione del suo personaggio è incredibile e soprattutto non risulta inverosimile, passando da troppa ingenuità e spensieratezza a una maturità troppo marcata.
Le altre coppie sinceramente non le ho notate, troppo concentrata sulla loro vicenda.
Complicità protagonisti
Che dire, evidente.
Pur non essendoci chissà che scene, i loro incontri sono sempre sul pezzo, sanno davvero emozionare con poco.
La seconda coppia personalmente non mi ha coinvolto allo stesso modo.
Skinship: come ho già detto i due protagonisti veicolano una buona intensità, non mancano i momenti in cui entrambi manifestano la necessità che hanno l’uno dell’altro.
Di certo ha aiutato il fatto che (finalmente) gli attori non sono ragazzi appena usciti dall’adolescenza.
Emozioni
Come negare che questa storia, con tutti i suoi alti e bassi, possa emozionare.
Farfalle nello stomaco assicurate.
Musiche
Riconoscibili anche dopo molto tempo. Mi è capitato spesso di ritrovarle nelle playlist mentre ascoltavo altre colonne sonore di altre serie e riconoscerle all’istante, segno che risultano orecchiabili e coinvolgenti.
Love triangle
Presente all’inizio, ma il tutto si è perso strada facendo. Il senso della trama è appunto un amore viscerale, quindi un terzo in comodo avrebbe solo macchiato questo percorso.
Ending
Tutti i pezzi si incastrano sul finale, col sollievo di noi pubblico che volevamo ovviamente un lieto fine dopo 58 episodi di intrighi, separazioni, amnesie ecc.
Spoilero quindi per rassicurare, happy ending aka tutto è bene quel che finisce bene.
Ne avevo sentito parlare in ogni dove ma non essendo interessata al genere ho sempre guardato oltre.
E ho fatto male, per le romanticone come me è una vera perla.
Il percorso e l’amore dei protagonisti tiene attaccati allo schermo senza mai annoiare, nonostante i ben 58 episodi.
Consiglio: se i primi 12 episodi vi fanno desistere dal continuare, non mollate, le cose si fanno più interessanti e chiare a partire dal 13esimo episodio.
Provare per credere!
Trama
All’inizio può risultare tutto un po’ confuso, non si capisce bene chi è chi e dove si voglia andare a parare, ma superati i primi dieci episodi si inizia la vera storia.
Una delle cose che più ho gradito è la separazione della vicenda in più blocchi: le varie vite che i protagonisti vivono con dinamiche e ambientazioni del tutto diverse.
Questo rende il tutto davvero più intricato e ricco di suspense perché fino alla fine non viene concesso il legame roseo e coccoloso dei protagonisti.
E in realtà il lieto fine non è nemmeno così scontato, risulta una speranza del pubblico dopo le innumerevole situazioni che si vengono a creare tra i due amanti.
Ammetto che molte di queste situazioni non siano proprio di estrema originalità, ma messe insieme nei tempi e spazi giusti rendino la vicenda ingarbugliata ma avvincente.
Senza dubbio poi qui si parla di amore con la A maiuscola, come ben promette il titolo.
Finalmente ho ritrovato l’intensità di un legame che rispecchia le sofferenze e la necessità dei protagonisti.
Oltretutto fino alla fine i colpi di scena non mancano, regalando quell’attesa di sapere che cosa accadrà anche negli ultimi capitoli conclusivi – cosa che non accade così spesso visto che di solito si parla di matrimoni, figli e compagnia bella.
Recitazione/cast
Avevo letto alcune recensioni in cui si contestava la poca avvenenza del protagonista, elemento che, per carità, non incide sulla sua bravura come attore, ma che volente o nolente può incidere sul coinvolgimento di storie d’amore.
Questo è uno di quei casi in cui giudicare un libro dalla sua copertina risulta controproducente.
Mark Chao, pur non avendo lineamenti che spaccano lo schermo (de gustibus…), ha quel carisma sulla scena che ti coinvolge anche nelle piccole cose.
Quindi, anche se di primo acchito non vi attira, vi ritroverete a rimanerne affascinata e a fare il tifo per lui fino alla fine.
Mano a mano che andavo avanti con la storia ho iniziato anche ad apprezzare quella iniziale freddezza del suo personaggio, perché la sua comunicazione non verbale faceva tutto il resto: i suoi sguardi, le sua azioni, i suoi sorrisi, per non parlare dei suoi scatti inaspettati di gelosia, esprimono meravigliosamente le sue emozioni senza tanti discorsi superflui.
Yang Mi, l’attrice protagonista, non è da meno. L’evoluzione del suo personaggio è incredibile e soprattutto non risulta inverosimile, passando da troppa ingenuità e spensieratezza a una maturità troppo marcata.
Le altre coppie sinceramente non le ho notate, troppo concentrata sulla loro vicenda.
Complicità protagonisti
Che dire, evidente.
Pur non essendoci chissà che scene, i loro incontri sono sempre sul pezzo, sanno davvero emozionare con poco.
La seconda coppia personalmente non mi ha coinvolto allo stesso modo.
Skinship: come ho già detto i due protagonisti veicolano una buona intensità, non mancano i momenti in cui entrambi manifestano la necessità che hanno l’uno dell’altro.
Di certo ha aiutato il fatto che (finalmente) gli attori non sono ragazzi appena usciti dall’adolescenza.
Emozioni
Come negare che questa storia, con tutti i suoi alti e bassi, possa emozionare.
Farfalle nello stomaco assicurate.
Musiche
Riconoscibili anche dopo molto tempo. Mi è capitato spesso di ritrovarle nelle playlist mentre ascoltavo altre colonne sonore di altre serie e riconoscerle all’istante, segno che risultano orecchiabili e coinvolgenti.
Love triangle
Presente all’inizio, ma il tutto si è perso strada facendo. Il senso della trama è appunto un amore viscerale, quindi un terzo in comodo avrebbe solo macchiato questo percorso.
Ending
Tutti i pezzi si incastrano sul finale, col sollievo di noi pubblico che volevamo ovviamente un lieto fine dopo 58 episodi di intrighi, separazioni, amnesie ecc.
Spoilero quindi per rassicurare, happy ending aka tutto è bene quel che finisce bene.
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