This review may contain spoilers
Mi sono approcciata a questa serie mentre ero alla ricerca di qualcosa simile alla tanto adorata "Fall in love" (Cina, 2021). Ero quindi alla ricerca di un romance ambientato durante l'era repubblicana, con un protagonista autorevole e con una carriera militare alle spalle.
"La vendetta della cameriera" è una serie relativamente breve (10 episodi di mezz'ora circa l'uno): può contare su pochi punti di forza - ma abbastanza rari da avere una certa rilevanza - e non pochi difetti che, nell'insieme, vanno a ridimensionare quelle che possono essere state le alte aspettative dei primissimi episodi.
I PRO:
- l'omnipresente censura cinese sembra incredibilmente essersi fatta da parte in questo drama: scene più esplicite del solito (non ci sono baci a stampo, per intenderci) e utilizzo di un linguaggio anch'esso meno censurato rispetto agli standard dei drama made in Cina.
- il protagonista maschile, buona prova di recitazione dell'attore che lo interpreta e una serie di scene mezzo svestito che sono sempre apprezzabili, oltre a una buona caratterizzazione del personaggio.
I CONTRO:
- Il ritmo precipitoso: la durata della serie è scarsa e si ha la pretesa di infilarci tutta una serie di eventi che si susseguono in uno spazio temporale che davvero non può starci. Il giorno prima c'è il massacro della famiglia Dong, il giorno dopo la sorellastra si è già insediata sotto mentite spoglie nella casa del Governatore. L'incontro tra lei e la vera Tingyao sembra avvenire a distanza di almeno qualche giorno/settimana se non di più, eppure cronologicamente parlando si tratta della mattina successiva. Questo meccanismo si ripete abbastanza spesso durante la serie: diventa difficile capire la distanza tra un fatto e il successivo, e molte volte la prima impressione si scontra con quanto poi i riferimenti a parole tendono a indicare.
- La coerenza intermittente: a tratti ci sono passaggi che non riescono a trovare una vera motivazione logica. TianYi lascia volutamente credere alla protagonista di essere il nemico che ha sterminato la sua famiglia. La motivazione di una tale scelta illogica pretende di risiedere nel concetto che se lei è convinta che lui sia il nemico, allora non si metterà in pericolo andando a caccia del vero responsabile. Peccato che nel frattempo capita che le chieda di credere alla sua innocenza, o di fidarsi di lei. Per la serie: facciamo che ti dico che io sono il tuo nemico, però intanto credimi rispetto al fatto che in realtà non lo so. Oppure nella scena del confronto finale, quando la sorellastra con la quale si era quasi riconciliata le muore tra le braccia e il vero nemico si becca una pallottola... Due minuti dopo la coppia protagonista si abbraccia - in teoria lui dovrebbe grondare sangue da svariate ferite ma davanti all'amore il dolore è cieco (?!?!) e si lasciano andare a effusioni e proposte di matrimonio incuranti dei cadaveri lì distesi ai loro piedi. Lei è stata appena abusata dal nemico (il drama conta alcune scene non consensuali, anche tra i due protagonisti, personalmente ne avrei fatto a meno), ma visto che lui la vuole sposare comunque allora via di sorrisi e baci e il mondo torna magicamente a colorarsi di rosa. La logica è un optional, insomma.
- La mancanza di credibilità: ora, che il protagonista sia un uomo tutto d'un pezzo, forte e coraggioso e che sopporta stoicamente il dolore, va bene. Ma che sul lato sinistro del petto si becchi - nell'ordine - una pugnalata, poi una pallottola, poi un'altra pugnalata e di nuovo un altro fendente (il tutto nel corso di scontri che avvengono nell'arco di pochi giorni l'uno dall'altro) può voler dire solo una cosa: non è un mammifero e quindi il cuore risiede da qualche altra parte. Altrimenti non si spiega proprio la sua non dipartita.
- Il finale che non ci sta: si può essere fan dell'happy ending - come la sottoscritta - ma si può anche accettare (ogni tanto) un epilogo triste, dove uno dei due protagonisti passa a miglior vita. Questa serie riesce a inventarsi però una conclusione anche più deludente, che credo non possa che scontentare tutti quanti: apparentemente lui muore (quindi alla fine il cuore, forse, ce l'aveva proprio al posto giusto) e il salto temporale ci porta a cinque anni dopo, con le redini della famiglia Fang nelle mani di una ora super autorevole e intimidatoria Tingyao. Già che si presenti come la moglie del defunto Governatore suona strano - abbiamo la certezza che non c'era stato alcun matrimonio già che al momento della dipartita di lui stavano pianificando di sposarsi...Quindi come è possibile? E poi la scena finale: lei che uscendo s'imbatte in una delle guardie della tenuta...che si rivela essere proprio lui, pur con lo sguardo perso e un nome diverso, apparentemente vittima di un'amnesia (ma non è ben chiaro). Chi lo ha salvato? Lei sembra stupita, ma se fosse sopravvissuto in automatico non potrebbe averlo seppellito. E compare così, di colpo, dopo cinque anni, come semplice guardia - come a dire che nessuno dei suoi sottoposti lo riconosce??? - e...fine. La scena finale si interrompe proprio così. Senza una vera spiegazione e con la totale mancanza di un senso. Non è un finale aperto, non è triste, non è un happy ending: è una cosa che non si può chiamare finale, punto e basta.
Concludendo, dopo il breve elenco dei punti a favore e la lunga lista di errori, la definirei una serie "guardabile", senza sbilanciarmi oltre. Terrei buona l'idea della trama, l'ambientazione, il protagonista (inteso come attore e caratterizzazione del personaggio) e le maglie insolitamente più larghe della censura: il resto sarebbe tutto da rifare.
"La vendetta della cameriera" è una serie relativamente breve (10 episodi di mezz'ora circa l'uno): può contare su pochi punti di forza - ma abbastanza rari da avere una certa rilevanza - e non pochi difetti che, nell'insieme, vanno a ridimensionare quelle che possono essere state le alte aspettative dei primissimi episodi.
I PRO:
- l'omnipresente censura cinese sembra incredibilmente essersi fatta da parte in questo drama: scene più esplicite del solito (non ci sono baci a stampo, per intenderci) e utilizzo di un linguaggio anch'esso meno censurato rispetto agli standard dei drama made in Cina.
- il protagonista maschile, buona prova di recitazione dell'attore che lo interpreta e una serie di scene mezzo svestito che sono sempre apprezzabili, oltre a una buona caratterizzazione del personaggio.
I CONTRO:
- Il ritmo precipitoso: la durata della serie è scarsa e si ha la pretesa di infilarci tutta una serie di eventi che si susseguono in uno spazio temporale che davvero non può starci. Il giorno prima c'è il massacro della famiglia Dong, il giorno dopo la sorellastra si è già insediata sotto mentite spoglie nella casa del Governatore. L'incontro tra lei e la vera Tingyao sembra avvenire a distanza di almeno qualche giorno/settimana se non di più, eppure cronologicamente parlando si tratta della mattina successiva. Questo meccanismo si ripete abbastanza spesso durante la serie: diventa difficile capire la distanza tra un fatto e il successivo, e molte volte la prima impressione si scontra con quanto poi i riferimenti a parole tendono a indicare.
- La coerenza intermittente: a tratti ci sono passaggi che non riescono a trovare una vera motivazione logica. TianYi lascia volutamente credere alla protagonista di essere il nemico che ha sterminato la sua famiglia. La motivazione di una tale scelta illogica pretende di risiedere nel concetto che se lei è convinta che lui sia il nemico, allora non si metterà in pericolo andando a caccia del vero responsabile. Peccato che nel frattempo capita che le chieda di credere alla sua innocenza, o di fidarsi di lei. Per la serie: facciamo che ti dico che io sono il tuo nemico, però intanto credimi rispetto al fatto che in realtà non lo so. Oppure nella scena del confronto finale, quando la sorellastra con la quale si era quasi riconciliata le muore tra le braccia e il vero nemico si becca una pallottola... Due minuti dopo la coppia protagonista si abbraccia - in teoria lui dovrebbe grondare sangue da svariate ferite ma davanti all'amore il dolore è cieco (?!?!) e si lasciano andare a effusioni e proposte di matrimonio incuranti dei cadaveri lì distesi ai loro piedi. Lei è stata appena abusata dal nemico (il drama conta alcune scene non consensuali, anche tra i due protagonisti, personalmente ne avrei fatto a meno), ma visto che lui la vuole sposare comunque allora via di sorrisi e baci e il mondo torna magicamente a colorarsi di rosa. La logica è un optional, insomma.
- La mancanza di credibilità: ora, che il protagonista sia un uomo tutto d'un pezzo, forte e coraggioso e che sopporta stoicamente il dolore, va bene. Ma che sul lato sinistro del petto si becchi - nell'ordine - una pugnalata, poi una pallottola, poi un'altra pugnalata e di nuovo un altro fendente (il tutto nel corso di scontri che avvengono nell'arco di pochi giorni l'uno dall'altro) può voler dire solo una cosa: non è un mammifero e quindi il cuore risiede da qualche altra parte. Altrimenti non si spiega proprio la sua non dipartita.
- Il finale che non ci sta: si può essere fan dell'happy ending - come la sottoscritta - ma si può anche accettare (ogni tanto) un epilogo triste, dove uno dei due protagonisti passa a miglior vita. Questa serie riesce a inventarsi però una conclusione anche più deludente, che credo non possa che scontentare tutti quanti: apparentemente lui muore (quindi alla fine il cuore, forse, ce l'aveva proprio al posto giusto) e il salto temporale ci porta a cinque anni dopo, con le redini della famiglia Fang nelle mani di una ora super autorevole e intimidatoria Tingyao. Già che si presenti come la moglie del defunto Governatore suona strano - abbiamo la certezza che non c'era stato alcun matrimonio già che al momento della dipartita di lui stavano pianificando di sposarsi...Quindi come è possibile? E poi la scena finale: lei che uscendo s'imbatte in una delle guardie della tenuta...che si rivela essere proprio lui, pur con lo sguardo perso e un nome diverso, apparentemente vittima di un'amnesia (ma non è ben chiaro). Chi lo ha salvato? Lei sembra stupita, ma se fosse sopravvissuto in automatico non potrebbe averlo seppellito. E compare così, di colpo, dopo cinque anni, come semplice guardia - come a dire che nessuno dei suoi sottoposti lo riconosce??? - e...fine. La scena finale si interrompe proprio così. Senza una vera spiegazione e con la totale mancanza di un senso. Non è un finale aperto, non è triste, non è un happy ending: è una cosa che non si può chiamare finale, punto e basta.
Concludendo, dopo il breve elenco dei punti a favore e la lunga lista di errori, la definirei una serie "guardabile", senza sbilanciarmi oltre. Terrei buona l'idea della trama, l'ambientazione, il protagonista (inteso come attore e caratterizzazione del personaggio) e le maglie insolitamente più larghe della censura: il resto sarebbe tutto da rifare.
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