Reviews

Serie incentrata sul tema della seconda chance, dove i due protagonisti si ritrovano nel presente in età adulta. Diversi e apprezzabili i flashback del passato, con il primo approccio adolescenziale finito male. Interessante il concetto di maturità, che sembra voler inizialmente spiegare perchè da ragazzini la storia no avesse funzionato, salvo poi incappare in errori e fraintendimenti anche nella situazione portata avanti nel presente.
La trama non è nulla di innovativo, ma è piacevole. Non è una serie che punta a essere ricordata tra i drama migliori del 2024, ma raggiunge con sufficiente scorrevolezza l'obiettivo standard che si pone, aspetto non scontato e dove molte altre serie falliscono. Mi è piaciuta molto la caratterizzazione del personaggio di Miyata, credibile e con una buona introspezione, il tutto supportato da un attore a mio avviso azzeccato per il ruolo. A tarpare le ali alla serie è invece l'altro protagonista, Iwanaga, dove non solo non ho apprezzato la scelta dell'attore (in generale, entrambi gli adulti erano esteticamente molto diversi - e anche un passo indietro, va detto - rispetto agli interpreti delle versione adolescenziali dei protagonisti), ma ho trovato deludente anche la caratterizzazione stessa del personaggio. Va bene ermetico e che non lascia trapelare le proprie emozioni, ma c'è modo e modo. Ne risulta un personaggio per niente espressivo, anche laddove si sarebbe dovuto percepire il suo intento di contenersi e controllarsi. Invece non traspare nulla, quel poco che si comprende deve essere supportato da qualche sporadica sua uscita tra sé e sé. Anche l'atteggiamento sembra fuori luogo, fin dall'inizio mostra un approccio antipatico, poco sincero, con un sorriso e delle uscite che sanno davvero di superficialità. Ho avuto l'impressione che su carta il personaggio dovesse essere in un modo ben preciso, ma che nel concreto il risultato sia stato totalmente diverso e davvero deludente. Altra pecca è aver dato un ruolo fondamentale agli eventi passati - e mi stanno bene tutti gli spaccati di loro due proposti nei vari episodi - ma il vero nocciolo della questione, che comprende anche una serie di personaggi all'epoca evidentemente determinati ma per la maggior parte del drama mai visti ne citati, si concentra praticamente nell'ultimo episodio, dando l'impressione di una risoluzione sbrigativa e poco curata. Buona la prova dell'attore che interpreta Shiraishi (l'assistente di Iwanaga), che avevo già apprezzato nel ruolo di protagonista nel drama "Tokyo in aprile...": qui il suo ruolo è secondario e centra perfettamente l'obiettivo di rendersi insopportabile e antipatico. Una serie quindi con aspetti apprezzabili, ma non senza evidenti difetti.

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"Porque você quer voltar?"

Quando o último episódio terminou, eu apenas fiquei lá sentada, olhando pra tela preta com as letras dos créditos subindo. Tive a vontade de enviar mensagens para todas as pessoas da minha vida que amo e estimo. É um thriller de reflexão, tanto sobre as pessoas que decidem partir, quanto as que ficam para trás. Tema sensível abordado de uma maneira impactante. Todo elenco escolhido a dedo, simplesmente maravilhoso, meus atores favoritos num dorama só!

"Você realmente não pode dizer que está vivendo quando vive com medo constante. Mas como fui covarde sempre vivi com medo constante. Medo de que o mundo não reconheça meu valor, de que eu fique para trás em relação aos meus colegas e de que seja rejeitado. Acabei tirando minha própria vida devido a esse medo antes que minha vida pudesse florescer. Só depois de morrer percebi que a vida em si era uma oportunidade. E a dor que pensei que engolisse toda a minha vida era apenas uma pequena parte dela. Um dia claro, um dia chuvoso, um dia ventoso. Aprendi que a vida era feita desses dias diferentes. E que não havia problema em falhar, desde que eu continuasse."

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Première place pour l'intrigue sportive, dernière place pour la romance

J'ai commencé ce drama en raison de l'intrigue sportive. La romance était un plus dans l'histoire. Si le côté sportif est satisfaisant, la romance fini en dernière place.

Toute l'histoire baigne dans l'industrie automobile. La plupart des personnages ont le nez dedans depuis qu'ils savent marcher. C'est un monde de passionnés, tant par les pilotes que les ingénieurs et ça se sent.

Shen Xi est une ingénieure intelligente, mais très distante et fermée. Chen Mo Bai est un pilote passionné et lumineux. Le contraste entre les deux aurait pu être intéressant, si Shen Xi n'avait pas été un tel mur de briques. Pendant toute la durée de l'histoire, elle ne montre rien à part une ou deux esquisses de sourire. La direction du personnage n'est pas bonne. Bien sûr, c'est une femme introvertie, hantée par son passé. Mais être aussi fermée tout du long ? Non ! Je ne vais pas remettre en cause Alice Ke, car je n'ai pas le souvenir de l'avoir vu ailleurs que dans Copycat Killer qui est un film assez sombre, donc je n'ai pas de recul sur son jeu. Mais c'était un personnage intéressant, bien que décevant et absolument pas attachant.

En tant que duo (on parle de couple qu'au dernier épisode de toute façon), on comprend qu'une relation de confiance est capitale. Chen Mo Bai ne remet jamais en doute la parole de Shen Xi. En retour, si elle doute une ou deux fois de Chen Mo Bai, elle capitule, car la confiance va dans les deux sens.
En revanche, lorsque l'un rencontre un problème, l'autre vient à sa rescousse et c'est tout. Ils n'avancent jamais ensemble, c'est dommage. De plus, le schéma se reproduit tout au long de l'histoire.
La romance n'est pas franchement engageante. Si on sent les sentiments de Chen Mo Bai, c'est bien différent du côté de Shen Xi. On peut sentir que l'amour plane, mais ça ne se concrétise jamais vraiment.

En soit, ce n'est pas un mauvais drama, car il est clairement axé sur le côté sportif. Raison pour laquelle je l'ai commencé - donc sur ce point, je suis pleinement satisfaite. En revanche, la romance s'est avérée inexistante. Pour moi, il s'agit d'un drame sportif avant tout.

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Una buona serie, affossata completamente da un'imbarazzante protagonista femminile

Una serie che potrebbe essere carina, con una trama non impegnativa ma graziosa, un drama piacevole grazie al quale trascorrere qualche ora spensierata e leggera. Il protagonista maschile è calzante, interpreta in modo più che credibile il ruolo del medico distaccato e freddo, non particolarmente loquace e dalle uscite memorabili e singolari, inusuali epiteti che celano l'affetto nei confronti di Sakura (da "idiota" a "masso problematico"). Il vero problema della serie, però, è proprio lei: Sakura. Ho apprezzato la scelta dell'attrice, esteticamente non bellissima, perchè concordo che il fascino del personaggio doveva risiedere altrove. Peccato che l'altrove non c'è stato, perchè la pecca più grande è proprio la caratterizzazione del personaggio, semplicemente fastidioso. Tutte quelle stucchevoli riflessioni ad alta voce - quasi nessuno la sentisse, mentre il diretto destinatario spesso è lì a fianco - e i sorrisi imbarazzati-compiaciuti-infantili-melensi che infila praticamente in ogni scena...Ecco, sono davvero un colpo basso. Vuole essere una brava infermiera (a parole), ma nei fatti più che impegnarsi seriamente passa il tempo a sorridere e a ribadire a voce il proposito (per poi avere l'immancabile momento di autocommiserazione affermando che meriterebbe il licenziamento, giusto in tempo per essere quindi consolata e riproporre per l'ennesima volta la promessa di diventare una brava infermiera, con applauso di tutti al seguito). E' un meccanismo assurdo e sgradevole che si ripete a oltranza. Più di una volta, nella prima parte della serie, in queste scenette si infila una veloce ripresa dello sguardo dell'altra giovane infermiera (quella serie e capace, per intenderci). Mi sono trovata incredibilmente sulla stessa lunghezza d'onda con lei, che in quei frangenti si mostra seccata all'inverosimile da tutto lo show sconclusionato della protagonista. Ho comunque apprezzato i suoi gesti maldestri, spesso in grado di strappare il sorriso...ma anche qui: il troppo, si sa, stroppia. Mi è capitato di vedere dei drama in cui i personaggi fossero un po' dei punti deboli della serie, ma mai come in questo caso, dove la caratterizzazione della sola protagonista femminile è un vero e proprio macigno capace di trascinare a fondo quella che altrimenti sarebbe una serie priva di altri grossi difetti. Vale la pena guardarla? Forse. Se si è disposti a soffrire le scene incriminate pur di soddisfare la curiosità e seguire l'evoluzione della vicenda.

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UM AMOR CONFUSO MAS AINDA SIM UM BOM AMOR PARA REVIVER

Essa é uma história de dois garotos que estavam juntos na escola mas por conta de um mal entendido acabam se separando e agora anos depois eles se reencontram.
A história é interessante e os protagonistas tem uma ótima química, só achei que poderiam ter otimizado tempo com as tramas paralelas porque no final não agregaram em nada.
Em alguns momentos eu não entendia se o Iwanaga Takashi realmente amava o Miyata Akihiro no presente ou se ele ainda estava descobrindo isso e eu não entendia muito bem se o Miyata Akihiro queria mesmo essa relação ou não porque ele nunca esclareceu as coisas do passado e ficava sofrendo a toa, mas no geral é uma boa série e cumpre o que promete.
As cenas íntimas são excelentes e a trama tem uma boa duração.
Não é memorável, mas é boa.
Fun Fact: em vários momentos eu sentia que o Miyata Akihiro parecia o Type de "TharnType". Não tem nada haver com a personalidade e atitudes do Type e sim o olhar, um pouco do jeito, eu senti isso várias vezes e achei engraçado kkkkk.

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Uma das melhores séries médicas que já vi.

As duas temporadas me surpreenderam, pois eu realmente não pensei que essa série era tão boa.
A história seguiu a narrativa da primeira temporada e, apesar de alguns episódios serem grandes, a série continuou tão boa quanto a primeira temporada. O elenco principal seguiu, assim como o elenco secundário, e isso foi muito positivo. Assim como na primeira temporada, os casos dos pacientes foram emocionantes.
Além das histórias dos pacientes, ver como os médicos e residentes lidavam com os conflitos que surgiam foi ótimo.
Na minha opinião, é aquele tipo de série divertida e que, ao mesmo tempo, te emociona muito. Por fim, a evolução dos personagens, a história relacionada aos pacientes e a trilha sonora encaixaram perfeitamente. Meu único arrependimento é não ter assistido antes.

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Vivement Lundi, qu'on retrouve ses amis...

Et voilà que ça recommence. Comme chaque retour de projection, je me mets devant l'ordi et me redemande inlassablement comment commencer de manière originale ma Review. Sans aucun doute, je suis coincé dans une boucle temporelle. Rien de nouveau là-dedans, me direz-vous. C'est même devenu un genre à part entière depuis "Un jour sans fin". Je m'apprêtais donc à m'ennuyer fortement jusqu'au, forcément, happy end. Surtout après les 30 premières minutes plutôt moribondes de cette répétition sans fin du pire jour de la semaine.

Mais, comme si le réalisateur Takebayashi Ryo avait voulu nous faire subir cette pression si caractéristique des offices japonais, on ressent clairement le malaise dans ces premières minutes où tous les clichés du travail de bureau sont répétés. Les dead lines intenables qui obligent à dormir sur place et empêchent toute vie privée. Le chef de section qui lit tranquillement son Jump et rentre le soir, alors que les autres cultivent les heures sup comme JUL les albums. C'est-à-dire, qu'elles sont ultra-nombreuses, mais le travail n'arrête pas de baisser en qualité. Le problème, c'est que vendu comme une comédie, je m'attendais à plus de délire et de profit de la situation de la part de tous les initiés à cette time loop.

Mais cette répétition, jusqu'à l'écœurement des pires moments de la vie au Japon, trouve une porte de sortie inattendue. Et le film prend alors une dimension salvatrice qui donne réellement à réfléchir sur le sens du travail, de l'amitié et même de la vie. Avec des acteurs parfaits dans leur rôle malgré une notoriété qui reste encore à gagner pour beaucoup. Ils sont surtout chapeautés par un Makita Sports, éternel M. tout le monde des productions japonaises, benêt et poltron, qui devient indispensable à cette production. Jaques Villeret n'est jamais loin. Et tout comme dans un "Dinée de cons", on se prend de sympathie pour des gents simples qui tranchent fortement avec la futilité et l'arrogance du monde moderne.

La production ne semble pas avoir eu beaucoup de moyens. Puisqu'à beaucoup de moments, essentiellement au début, on se demande si nous ne sommes pas face à un court métrage. Et cela dès le générique qui annonce la couleur cheap et arti. Unité de lieu, de temps (c'est le cas de le dire) et évidement d'acteurs. Mais petit à petit, le bon jeu et un montage osé vous fait changer d'opinion et montre la qualité artistique de l'œuvre. Mais c'est surtout la qualité émotionnelle qui me fait recommander cette leçon de vie, qui évidement n'a aucun sens commun, mais qui vous fera réfléchir longtemps sur le sens de celle-ci et vous redonnera le goût des choses .

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Racket Boys: É sobre vencer mesmo quando se perde

Primeiramente, estou aqui mais uma vez escrevendo resenha sobre dorama esportivo. Acho que se me indicarem 10 deste gênero eu irei assistir todos e amar. É incrível o toque de inspiração contido em cada um desses enredos.

Racket Boys me prendeu desde o primeiro episódio. Sejam nas partidas acirradas de badminton, até o dia a dia da vizinhança, cada detalhe nesse dorama foi bem interessante de assistir.

O enredo é lindo e aborda vários assuntos de uma forma leve. Uma das mensagens mais lindas dessa série é: nem sempre quando nos esforçamos muito, o resultou será vencer. O treinador usava o lema "vencer juntos, perder juntos", o espírito de dar tudo de si mas saber que está tudo bem perder, pois com os erros você vai evoluindo e ao tentar de novo estará mais forte.

Super recomendo esse slice of life com atores principais juvenis e talentosos. O squad de Racket Boys com certeza é um dos melhores já feitos.

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La serie ha come punto di forza il personaggio maschile, punta di diamante in campo medico ma patologicamente incapace di provare emozioni o entrare in empatia con gli altri. Una figura singolare, insolita e interessante, interpretata da un attore altrettanto particolare come Jang Huyk, difficile da confondere tra le mille altre star del panorama coreano, per via della sua espressività caratteristica e abilità di interpretazione, che fanno di lui una presenza predominante nelle serie di cui è protagonista. Anche qui, appunto, non passa certo inosservato, conferendo quel tocco di singolarità che personalizza la serie rendendola a suo modo unica tra le tante serie ambientate in campo medico. Che invece pare priva di consistenza è la figura femminile, poco incisiva, quasi sempre sotto tono.
Il drama parte bene, il ritmo è incalzante e l'attenzione viene mantenuta ad alti livelli. Col passare degli episodi, però, sembra andare un po' alla deriva. Resta comunque una buona serie anche se, appunto, calante nello sviluppo della vicenda.

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