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dawnraptor

Italy

dawnraptor

Italy
Dropped 5/10
God's Quiz
0 people found this review helpful
Aug 28, 2022
5 of 10 episodes seen
Dropped 0
Overall 5.0
Story 4.0
Acting/Cast 7.0
Music 5.0
Rewatch Value 1.0

2010? Sembra uscito direttamente dagli anni 80, se non 70.

No, mi spiace. Questo tipo di telefilm lo guardavo negli anni 80, quando imperversavano i poliziotteschi.
Le indagini sono risibili, non c'è un briciolo di plausibilità nelle azioni, anche poco professionali, dei protagonisti. Vanno in giro sui luoghi dei delitti senza alcuna protezione, senza guanti, toccano e spostano di qua e di là. La polizia viene presentata come incapace. I personaggi sono macchiette: il nostro geniale dottore prende posto in una equipe a capo della quale ci sarebbe la miglior medico legale del paese, e questa non solo non ne azzecca una, ma deve sempre farsi spiegare dal medico maschio le malattie più strane. La poliziotta è una caricatura, altrettanto dicasi per il dottore protagonista, che deve essere tutto particolare perché almeno risulta un po' figo... per non parlare del collega con l'hobby dell'hackeraggio, che ovviamente è meglio di quelli che lo fanno di mestiere.
La formula del "risolviamo il caso del giorno" non è il male assoluto, può andare benissimo, a condizione di essere svolta come si deve. Qua si assiste ad una ingenuità dietro l'altra, con personaggi risibili e situazioni alla lunga poco interessanti, perché manca anche la tensione. Noia e fastidio imperano, ho passato metà del tempo a chiedermi: ma davvero? Nel 2010 fanno una serie così?
A questo punto è anche inutile andare a parlare di filmografia (nella norma), costumi (eh?), musica (tipico poliziottesco di pseudo azione) e recitazione (di nuovo: tipico per il genere).
Bocciato.

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Dropped 15/30
A Female Student Arrives at the Imperial College
0 people found this review helpful
Aug 14, 2022
15 of 30 episodes seen
Dropped 0
Overall 6.0
Story 5.0
Acting/Cast 9.0
Music 7.0
Rewatch Value 3.0

Zhao Lu Si stavolta non basta

Da dove cominciare? Dalla noia. Le prime puntate sono molto simpatiche e scoppiettanti, ci sono diverse situazioni che strappano veramente fragorose risate. Ma il titolo è fuorviante: la studentessa arriva al college, ma di studio se ne vede ben poco, è solo un pretesto per una storia d'amore e vari intrighi e indagini che, però, sono poco interessanti.
Le situazioni sono ripetitive e, comunque, manca la suspense. Zhao Lu Si è sempre brava in questi ruoli,ma da sola non può reggere una sceneggiatura senz'anima. Il protagonista maschile per me non è pervenuto. L'antagonista, invece, è pervenuto fin troppo: bravissimo nell'interpretare la parte di uno stalker cospiratore, sempre presente in ogni situazione peggio del prezzemolo. Ha stufato. In compenso, la seconda protagonista femminile è oltremodo irritante.
Insomma, tante fonti di noia e irritazione e pochi lati positivi, passate le situazioni ridicole iniziali. Aggiungiamoci che i due protagonisti non fanno scintille... La relazione in Tiger & Rose era molto più stuzzicante, per esempio. Qui la chimica manca, nonostante la buona volontà degli attori.
Sono arrivata fino all'inizio dell'episodio 16 per forza di inerzia ma, rendendomi conto che il sentimento imperante era la noia e che non mi interessava più sapere come continuasse, ho deciso di mollare. Fossi stata al n.25 avrei continuato, ma l'idea di sorbirmi altre 10 ore di questa pappetta mi è intollerabile. Peccato.

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Dropped 17/35
Begin Again
0 people found this review helpful
Mar 25, 2023
17 of 35 episodes seen
Dropped 0
Overall 6.0
Story 6.5
Acting/Cast 9.5
Music 7.5
Rewatch Value 1.0
No. Basta. 17 episodi è il massimo che possa sopportare, e mi stupisco di essere arrivata fin qui. Guardare i drama per passare il tempo va bene, ma il mio tempo è comunque prezioso, e sciuparlo così, specie alla mia veneranda età, è un delitto. L’unico motivo per cui sono rimasta fino adesso è Gong Jun, che al momento per me è il più bell’attore cinese che ci sia in circolazione. Bellissimo, e bravo, ma non stratosferico, se mi spiego. Del resto, in una commedia del genere è ben difficile dimostrare doti particolari.

Gong Jun, e Garvey Jin, quale ottimo SML, mi hanno tenuto in gioco finora, quando avrei già dovuto cambiare aria al decimo episodio o giù di lì. Perché? Perché commedia non dovrebbe essere sinonimo di idiozia, cliché non dovrebbe esserlo di ripetitività.

L’inizio è interessante, con un perfetto rovesciamento di ruoli, in cui c’è una CEO despota che si “compra” il marito bello e povero. Lei ci fa subito una figura orrenda, ma non più rivoltante di quando, normalmente, il maschio dominante si accaparra una ragazza più o meno indifesa.

Il problema è che, ben presto, le cose vanno a catafascio. L’inserimento di personaggi femminili secondari completamente intollerabili, capricciosi, piagnucolosi, se non francamente infantili e/o idioti, mette a dura prova la sopportazione dello spettatore, già provato dalle stupidaggini della coppia principale. D’accordo che è una commedia, ma è impensabile che delle transazioni commerciali vengano condotte con la leggerezza descritta e che le reazioni di persone adulte a qualsiasi situazione siano così esagerate, deviate, completamente fuori luogo e contesto.

D’accordo la commedia degli equivoci, ma qui siamo andati troppo oltre praticamente fin da subito. Potrebbe ancora andare relativamente bene se le vicende fossero state mantenute su un livello di maggiore speditezza. Invece, ripetitività, artificiosità, speciosità a non finire sono la ricompensa di chi si avventuri in queste acque. Noia. Irritazione. Delusione. Resa.

Che l’attrice principale sia molto brava non si nega, e con Gong Jun ha anche un bel feeling, ma tutto il castello che ci hanno costruito intorno ha annegato anche la loro chimica. E comunque, baci così legnosi li ho visti solo in certe opere in costume.
Sono anche pronta a credere che ci sarà, prima o poi, una crescita caratteriale in almeno alcuni dei personaggi secondari. Ma siamo già a metà, fin quando dovremo sopportare? E’ inutile che il drama migliori negli ultimi episodi, ammesso che lo faccia, se prima ti fa scappare. Neanche Gong Jun e Garvey Jin mi possono trattenere.

Quindi, sono pronta a beccarmi tutti i pollici verso che vorrete darmi, tanto non sarebbe la prima volta. Qui, più che la sufficienza non posso dare, anche perché non ho intenzione di finire l’opera. Aveva materiale per 18 episodi e ne han fatti 35. Il troppo stroppia.

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Dropped 23/40
Back from the Brink
1 people found this review helpful
Jun 30, 2023
23 of 40 episodes seen
Dropped 0
Overall 6.0
Story 6.0
Acting/Cast 7.0
Music 6.0
Rewatch Value 2.0

Non è Wagner

Del quale si diceva che fosse prolisso, ma divino. Qui invece dovremmo dire: prolisso, ma sciocchino.
La prima quindicina di episodi era abbastanza godibile, sia pur senza gridare al miracolo, gli attori non erano eccezionali, ma l'insieme era abbastanza godibile. Poi c'è stato un progressivo rallentamento, mentre la storia si impantanava in ripetitività e comportamenti risibili, big boss non troppo ben ammantellati, reazioni infantili ed eccessive, personaggi assurdi e antipatici.
Dà l'impressione di avere materiale per massimo 30 episodi, ma ce ne sono 40, e tutto è troppo lento e irritante. Immagino che ci sarà un lieto fine, ma non sono più interessata a scoprirlo.
Oltre tutto, il povero Neo Hou, come ebbi a dire già altrove, a umilissimo parere mio è stato rovinato da cattive plastiche, e ha il viso virtualmente pietrificato: a che serve essere bellissimo, se le tue guance sono immobili? Non si può recitare solo con gli occhi: l'espressività richiede bel altro, anche e a maggior ragione se il tuo personaggio è un po' impassibile. Non puoi sembrare costipato ogni volta che devi rappresentare un'emozione!
Riley Wang si difende bene e anche la protagonista Zhou Ye fa quello che può, ma in linea generale l'impressione è di una recitazione senza scintille, in linea con la noia dello script.
Taglio le perdite e abbandono la barca, che per me affonda. Se invece arriverà in porto, pazienza, avrò perso qualcosa.

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Dropped 15/32
Time Flies and You Are Here
0 people found this review helpful
Jun 2, 2022
15 of 32 episodes seen
Dropped 0
Overall 5.5
Story 4.0
Acting/Cast 7.5
Music 6.0
Rewatch Value 4.0

Asilo Mariuccia

Premetto che sono riuscita a guardarlo solo fino a metà dell'episodio 15. Raramente ho assistito a un simile cumulo di idiozie. I personaggi, tranne rare eccezioni, sembrano bambini litigiosi e permalosi che si tirano i capelli e calci negli stinchi nel giardino dell'asilo Mariuccia. L'arte del malinteso viene portata a così alte vette che l'Everest si vergogna. Il ML almeno mostra un briciolo di maturazione nei 15 episodi che ho visto. Ma la FL continua ad essere malfidata, insopportabile, bugiarda. Il colpo di grazia me l'ha dato proprio lei, quando, appunto a metà dell'episodio 15, si offre di fare da esca per catturare dei banditi. Ma non è solo la cosa in sé, è tutto il contorno.

Insomma, tempo perso. Se anche questi due alla fine riconosceranno con se stessi di essere innamorati, 32 episodi di queste corbellerie ripetitive sono decisamente troppi. Bastava la metà. Oltretutto, vedere attori sui 25 (e alcuni neanche troppo ben conservati) recitare questi ruoli da 15enni istupiditi disturba pure l'occhio. Per carità, alcuni sono anche bravini, ma cosa possono fare con questa assurda sceneggiatura? Non ci si salva neppure con le ambientazioni e i costumi, che sono decisamente semplici e poco appariscenti. Non ho nulla contro il low budget, se dietro c'è qualcosa, ma qui non c'è proprio niente, tranne noia ed esasperazione. Ho perseverato per un po' sperando che migliorasse, ma mi arrendo e vado a cercare qualcosa di meglio. Sono sicura che non sarà difficile trovarlo.

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Completed
Kei×Yaku: Abunai Aibou
0 people found this review helpful
Mar 6, 2024
10 of 10 episodes seen
Completed 0
Overall 7.5
Story 7.0
Acting/Cast 8.0
Music 9.0
Rewatch Value 6.0

Inferiore alle aspettative

Mi aspettavo molto di più, non so perché visto che i drama giapponesi mi hanno delusa già diverse volte.
A partire dalla storia, è andato tutto benissimo fin verso la metà dello show: c'era l'adrenalina, c'era un mistero da scoprire, c'erano dei personaggi tutto sommato abbastanza interessanti. il giocattolo però si è rotto man mano che si andava avanti negli episodi, mentre tutto diventava abbastanza caricaturale, compresa la recitazione del finto biondo che non mi è piaciuto per niente.
La storia, almeno in partenza, prende le mosse da un poliziotto, orbato dei genitori in tenera età, che cerca di ritrovare una collega scomparsa presunta morta tre anni prima e, per vari motivi, finisce per allearsi con un giovane capoccia della yakuza. Sullo sfondo del mistero relativo a un attentato dinamitardo risalente a vent'anni prima, quello in cui morirono i genitori del poliziotto, si dipaneranno le successive vicende.
In linea generale, a parte l'eccezione appena citata, gli attori hanno fatto tutti un buon lavoro. C'è da dire che probabilmente l'eccesso di recitazione di Atsushiro Inukai nel suo ritratto del giovane yakuza é dovuto a una scelta registica, anche perché non è costante. Ottima prova invece, a mio modesto giudizio, per Nobuyuki Suzuki, che ha ottimamente interpretato le varie sfaccettature del tormentato poliziotto.
Ma se c'è una cosa che odio, è quando si continua a suggerire che esista un rapporto romantico fra due personaggi, senza mai portare il discorso a fruizione. Bromance è una parola che non dovrebbe esistere: o quella che mi descrivi è un'amicizia, oppure andiamo a sconfinare direttamente nel BL. Bromance è una presa in giro nei confronti dello spettatore, tanto più che questo non è un drama cinese dove si deve aggirare una censura soffocante, siamo in Giappone, dove yaoi è una parola sdoganata da molto tempo, anche nei drama e non solo in manga e anime.
Detto questo, ho dovuto purtroppo constatare come, per l'ennesima volta, la storia ad un certo punto cominci a procedere per coincidenze, ingenuità, comportamenti poco intelligenti, combattimenti improbabili e così via. I vari show down che ci sono stati durante i 10 episodi sono stati abbastanza eccessivi e portati esageratamente per le lunghe.
Non parliamo neppure dell'ultimo episodio, che non ha alcuna logicità, se non forse quella di lasciare spazio aperto per una eventuale seconda stagione. Una colonna sonora ottima ha contribuito non poco ad alzare il punteggio che ho assegnato.
Certo se dovessero fare una seconda serie la guarderei, ma ormai senza aspettarmi più di tanto.

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Completed
Believe in Love
0 people found this review helpful
May 13, 2023
24 of 24 episodes seen
Completed 0
Overall 7.0
Story 6.5
Acting/Cast 8.0
Music 6.0
Rewatch Value 1.0
Believe in Love è un drama cinese del 2022, in 24 puntate da 45 minuti, per la regia di Shen Jin Fei.

Tutto, in quest’opera, parla di basso budget: le ambientazioni sono variate pochissimo, ci troviamo sempre negli stessi ambienti. I costumi sono decenti (a parte le spalle scoperte della protagonista: si è visto mai?), ma cambiati raramente nel corso dei 24 episodi. La musica e le canzoni non ci lasciano alcuna impressione, la cinematografia è proprio basilare, con un paio di guizzi di fantasia quando girano una scena riflessa nell’acqua, lo stesso dicasi per la CGI, piuttosto anonima. Il comparto tecnico, insomma, è appena appena sufficiente.

La storia? Si narra delle avventure di Lu Yue Er, una ragazzina, bravissima cuoca, che pare avere una malattia congenita al cuore ed è per questo evitata da tutti. Un giorno, però, il Signore di un’isola dedicata alle prelibatezze culinarie comincia a farle una corte spietata, per convincerla a sposarlo a tutti i costi. Quello che la nostra Yue Er non sa, è che Hua Yi Nan, il Signore di cui sopra, è costretto a sposarla obbligato dal testamento del padre, o non potrà ereditare.

Su questo canovaccio si innestano circonvoluzioni assortite di reincarnazioni, demoni e fate, amori contrastati, triangoli, famiglie sgradevoli, complotti, perdite di memoria, vendette. Tutto, purtroppo, già visto e rivisto. Non sarebbe grave, se fosse presentato con garbo. Sfortunatamente, anche il settore interpretazione a volte lascia a desiderare. Non conoscevo i due attori principali. Lui, Huang Sheng Chi, è carino e “mediamente espressivo”. Lei, Zheng He Hui Zi, non è la tipica protagonista dei drama: di aspetto fisico ben lontano dalla bellezza angelica di molte colleghe, è stata pure mal servita dal comparto trucco, che l’ha resa un mascherone di colori accesi, ben poco attraenti in generale, e in particolare sul suo viso. Che si riesca comunque ad apprezzarne una performance tutto sommato molto gradevole e sul pezzo non fa che confermare che si tratti di un’attrice con potenzialità.

L’antagonista, Xiao Kai Zhong, l’avevo già visto come protagonista di Be my cat, dove ben interpretava un dolce generale alieno/felino. Qui, invece, è un demone innamorato da millenni della protagonista e il suo viso e le sue espressioni ben si attagliano anche a questo ruolo. Mi è piaciuto.

La coppia di spalla si è comportata bene, mentre la matrigna e la sorellastra di Yue Er sono ignobili ma ridicole e suo padre è completamente fuori scala, da umorismo involontario. Ecco, come drama sarà pure etichettato come commedia romantica, ma si ride veramente poco e di commedia vera e propria se ne trova solo a sprazzi ben distanziati. Come se non bastasse, quando inizia l’arco della “obbligatoria” perdita di memoria, tanto cara a tanti sceneggiatori, la storia precipita in una serie di puntate noiose, mentre la trama diventa sempre meno plausibile e inutilmente intricata, perdendo pure dei pezzi per strada. Il finale, quando giunge, cerca di sorprenderci, ma lo spettatore smaliziato non si fa ingannare!

In sunto, un drama parzialmente xianxia che non potrei nemmeno definire commediola, perché non si ride, piuttosto anonimo nella presentazione e nell’esecuzione, che non ha nemmeno il plus di inserire temi politici o sociali. In una parola? Mediocre.

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Completed
Hotel del Luna
0 people found this review helpful
Mar 10, 2023
16 of 16 episodes seen
Completed 0
Overall 9.0
Story 10
Acting/Cast 9.5
Music 8.5
Rewatch Value 9.0
Hotel del Luna è un drama coreano del 2019, composto da 16 episodi di lunghezza variabile tra un’ora e un quarto e un’ora e mezza. Non bisogna però lasciarsi spaventare: in tutta l’opera i momenti di vera e propria noia sono veramente pochi, mentre assistiamo spesso a scene molto pregnanti, con situazioni e frasi di grande profondità, che colpiscono il segno, anche sotto la cintura.

Molta gente getta via i suoi tesori e rischia la vita per proteggere ciò che vuole nascondere…

Per la sceneggiatura delle Hong Sisters (Hong Jung Eun e Hong Mi Ran), autrici tra l’altro di Alchemy of Souls, e per la regia di Oh Choong Hwan, che ha diretto While You Were Sleeping e Big Mouth, solo per citarne un paio, questa serie si apre con una scelta musicale piuttosto particolare, per un drama coreano: Sonata al chiaro di luna, di Ludwig Van Beethoven. Capiremo presto che, nell’economia della storia, la luna ha un posto rilevante.

Protagonista indiscussa di Hotel del Luna è Jang Man Wol, la proprietaria dell’albergo, interpretata da una splendida IU. Ma non dobbiamo pensare a questo hotel come ad un normale esercizio commerciale: normalmente è nascosto ai vivi e i suoi clienti, tutti fantasmi, vengono da lei per abbandonare le preoccupazioni terrene, risolvere situazioni lasciate in sospeso, liberarsi di vecchi rancori e così via, allo scopo di poter serenamente lasciare questo mondo e passare nell’aldilà. Anche tutti i dipendenti dell’hotel sono fantasmi, ognuno con la propria storia, la propria motivazione a rimanere lì, a volte per centinaia di anni. Tutti fantasmi, dicevamo, tranne uno: il manager, che si occupa delle questioni finanziarie, è sempre una persona viva.

A ricoprire questa carica, che trova ben poco attraente, viene chiamato Goo Chan Sung (Yeo Jin Goo), un giovane e brillantissimo vicedirettore in una catena multinazionale di hotel, che viene costretto ad abbandonare una promettente carriera e obbligato ad occuparsi del Del Luna, perché suo padre fece un patto con Man Wol quando lui era bambino: avrebbe salvato il padre, a condizione che le cedesse il figlio dopo 20 anni. Da qui si comprende come, almeno all’apparenza, la proprietaria dell’albergo non sia una persona pietosa e gentile. Con questi echi alla ‘Il Bello e la Bestia’, le prime interazioni fra i due non saranno molto pacifiche.

Le vicende dell’hotel si svolgono sostanzialmente in due direzioni: da una parte, abbiamo il millennio e fischia della storia di Man Wol, che veniamo scoprendo a poco a poco mentre, inevitabilmente, finisce per innamorarsi, ricambiata, del suo manager. Dall’altra parte, abbiamo tutta una serie di accadimenti che riguardano un nutrito numero di personaggi, più o meno secondari, che formano sostanzialmente l’ossatura del drama, perché in realtà ‘rubano’ la maggior parte della scena. Tutto non è sempre come sembra: rapinando il motto a Labyrinth, molte delle storie delle anime in transito si riveleranno essere diverse da come apparisse in principio. E sono storie spesso molto commoventi, che mettono a dura prova la nostra riserva di empatia, aiutate da un commento musicale azzeccato e da una cinematografia spesso geniale, anche se, per contro, a volte ci sono scene in cui la telecamera balla. Il tutto è sempre così curato che sarei portata a credere che questo effetto, a volte anche un po’ fastidioso, possa essere voluto.

Ma vogliamo parlare della CGI? Per una volta, non la nominiamo per riderne o lamentarcene: nei primi episodi ci sono delle scene in cui si vede un credibilissimo serpente e, addirittura, una splendida tigre. Ma splendida davvero, altro che il gatto di ‘I m a Pet At Dali Temple’, che mi ha segnato a vita…

Hotel del Luna è un drama in cui non si è badato a spese. Ambientazioni, effetti speciali, trucco, parrucco e costumi sono di prima qualità. Anzi, incredibilmente IU cambia più abiti di Zhang Zi Yi in ‘The Rebel Princess’ e forse non saranno altrettanto sontuosi, ma sono comunque bellissimi, e le stanno da dio. Credo sia la prima volta in cui sono rimasta affascinata dalla protagonista invece che dalla controparte maschile. IU è un’attrice che sa costringerti a guardarla e, una volta ottenuta la tua attenzione, sa comunicarti il messaggio. Una grande, anche considerato che il suo personaggio non è, per molto tempo, dei più simpatici. Per contro, il protagonista maschile non è altrettanto affascinante. Complici una caratterizzazione meno interessante e forse anche un’interpretazione un pelino meno magistrale, il manager di Yeo Jin Goo non appare così avvincente. In aggiunta, non incontra del tutto nemmeno i miei canoni estetici, ma siamo proprio nel reame delle preferenze personali.

In realtà, in linea generale, il cast ha fatto un lavoro egregio. Praticamente tutti e sì, anche Yeo Jin Goo, hanno interpretato alla grande i vari personaggi, spesso dolenti, che popolano la serie: è solo che IU, qui, sta un palmo sopra. La sua Man Wol, bloccata da molti secoli nell’hotel perché non sa liberarsi del rancore per un tradimento subito, riesce nel tempo a conquistare la nostra simpatia. Le sue abitudini spendaccione, che Chan Sung è costretto ad arginare per rimediare alle catastrofiche finanze dell’hotel, hanno delle motivazioni e contribuiscono a renderla più umana, nonostante la sua lunghissima esistenza e i suoi poteri soprannaturali.

Devo confessare che inizialmente ero piuttosto risentita di come fossero presentate le vicende: che diamine, in un periodo in cui pullulavano soldati sanguinari e banditi assassini, perché la sola punita con l’essere incatenata all’Hotel del Luna per espiare doveva essere l’unica donna così abile da battere gli uomini? Ma tale destino non è solo una punizione: anche Man Wol ha molto risentimento da abbandonare prima di poter passare all’aldilà e, se alcuni fantasmi ci mettono poco, altri impiegano anche secoli. Solo che lei li batte tutti! La sua esistenza terrena è legata ad un albero spoglio che la trattiene all’hotel e, quando sarà fiorito e i fiori saranno appassiti, la libererà e le permetterà di trapassare. Inutile specificare chi sarà a far fiorire quell’albero, mettendo in fibrillazione lo staff dell’albergo.

A mente un po’ più fredda, si potrebbe argomentare che fin troppo tempo, nell’economia del drama, sia dedicato alle vicende dei personaggi secondari, alle anime dolenti che devono riuscire a liberarsi di ciò che le trattiene in terra per poter serenamente trapassare e, chissà, magari reincarnarsi. A volte ci si scopre ad aspettare con impazienza il ritorno in scena della coppia principale o, almeno, di uno dei due. Però, in compenso, la narrazione di queste storie è molto avvincente e commovente, regalando spesso perle di saggezza e momenti di lirismo. Non secondariamente, molti personaggi vengono caratterialmente approfonditi. La serie è strutturata in modo da non offrire molte occasioni di allegria: quando finalmente un’anima risolve i suoi problemi e si avvia in auto lungo il tunnel che porta all’aldilà, salutata dallo staff dell’albergo, quello che prova lo spettatore non è gioia per il successo del fantasma, ma dolore per la separazione e la perdita definitiva del personaggio ai fini del racconto, sentimenti tanto più accentuati quanto più è stata importante la sua presenza all’interno del drama.

Nonostante ci siano comunque molte situazioni divertenti, l’aria che si respira è cupa, drammatica: le storie dei defunti sono spesso tragiche, e lo stesso destino di Man Wol è dolceamaro: il suo scopo è lasciare l’albergo, trapassare, ma ora è innamorata di Chan Sung, come andrà a finire? E lo stesso Chan Sung, che fine farà?

L’ultimo episodio è una lunga agonia. Preparate i fazzoletti e non siate avari. Ci sono, come già visto in altri drama (uno fra tutti: Legend of Yun Xi) delle scene post crediti che lascerebbero intendere in qualche modo un epilogo diverso da quello appena presentato, ma sono posticce, oscure e, a mio personalissimo parere, non spiegano nulla. Per me il drama termina senza incomprensibili contentini. Se poi dovessero mai fare una seconda serie, con un altro padrone di casa, gli darò certamente una possibilità.

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Completed
What's Wrong with Secretary Kim
0 people found this review helpful
Jan 16, 2023
16 of 16 episodes seen
Completed 0
Overall 8.5
Story 8.5
Acting/Cast 9.5
Music 8.0
Rewatch Value 8.0

Alcuni aspetti sono stati gestiti male

Il vice presidente di una grossa compagnia a conduzione familiare, perfezionista e viziatissimo narcisista, viene un giorno sorpreso da una notizia sconvolgente: la sua segretaria, che lo serve da nove anni 24 ore al giorno, 7 giorni su 7, ha deciso di dare le dimissioni. Per lui è uno tsunami: cosa passerà mai per la testa della segretaria Kim?

Avrebbe potuto essere uno splendido fuoco d'artificio, invece assomiglia di più a un grosso petardo, luminoso, assordante, ma pur sempre un petardo.
Per carità, è un drama molto simpatico, a tratti anche molto divertente, l'ho visto d'un fiato e l'ho gradito parecchio, ma non posso fare a meno di chiedermi quale capolavoro avrebbe potuto essere se alcuni aspetti fossero stati condotti in maniera migliore.

Tutta la storia del rapimento, dei fratelli e della rapitrice è stata gestita in maniera pedestre. A tratti sembra appiccicata lì per inserire un motivo di conflitto dove altrimenti non ve ne sarebbe uno, e questa parte così volutamente tragica stona parecchio col tono lieve e scanzonato con cui viene affrontato il resto della vicenda, pur avendo questa, comunque, diversi spunti di riflessione.

E' molto carina, per quanto ovviamente poco plausibile, l'interazione fra i vari impiegati dell'ufficio, gli amori che vi sbocciano si prevedono da qualche miglio di distanza, ma senza nulla togliere al divertimento. Al massimo, si può opinare che certe situazioni, ripetute ad libitum, alla fine diventino stucchevoli e noiose. Un paio almeno di episodi di meno avrebbero reso il tutto più fresco e godibile.

Il commento musicale fa il suo dovere e i costumi... beh, a prescindere dalla splendida Park Ming Young, che dell'insieme gonna a tubino-camicetta ha probabilmente fatto una bandiera, gli uomini vestiti in tre pezzi, preferibilmente scuri, sono da leccarsi i baffi.
Park Seo Joon, con la sua figura, sarebbe da palpitazioni anche vestito di sacco. In completo scuro è un attentato alle coronarie di questa povera anziana signora... soprattutto perché recita anche molto bene, in modo credibile e senza strafare. Splendido.
Ma, in realtà, tutti gli attori hanno recitato molto bene, contribuendo non poco al successo del titolo.
Soprattutto, la coppia principale ha una buona chimica e Park Seo Joon bacia da dio, senza dare l'impressione "bacetto a stampo del cortiletto dell'asilo" che tanto spesso dobbiamo subire altrove.

Il fatto che di diversi personaggi si siano seguite crescita e maturazione ha reso il tutto più completo e meno frivolo.

Un titolo che sicuramente consiglio agli amanti delle commedie romantiche, specie se di ambientazione ufficio. Di questo sottogenere, probabilmente è una delle migliori in circolazione.
Non mi ha completamente soddisfatto per le motivazioni che ho spiegato prima, ma rimane comunque un drama da non perdere.

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Completed
Unnatural
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Aug 29, 2022
10 of 10 episodes seen
Completed 0
Overall 9.0
Story 9.0
Acting/Cast 9.5
Music 9.0
Rewatch Value 8.0

Meglio di molti simili di produzione occidentale.

Diciamoci la verità: ne abbiamo visti tanti, di questo genere. A partire dalle prime serie di CSI siamo stati abituati fin troppo bene, e quel format è diventato un po' la pietra di paragone per tutte le serie successive. Beh, non possiamo dire di essere qui alla stessa altezza, d'altronde gli imitatori raramente sono meglio degli originali, ma questo prodotto si difende benissimo, tanto che sono rimasta molto delusa nel non trovare un sequel.
A partire dalla protagonista, una donna forte, una sopravvissuta, che ha mantenuto etica e voglia di vivere, passando per il collega segnato dalla perdita traumatica della fidanzata 8 anni prima, per giungere all'ultimo arrivato, il ragazzino con troppi segreti, i personaggi sono tutti accattivanti, umani, veri. I cattivi hanno una motivazione per certi versi plausibile, anche se non tutti. Ecco, ho tolto mezzo punto perché uno dei boss finali non mi ha convinto troppo ma, per il resto, sono 10 episodi che volano tutti in un fiato e, benché si arrivi alla soluzione del mistero sottostante, si rimane col distinto desiderio di averne ancora.
Le indagini sono condotte in maniera tale da non perdere suspense, ci sono diversi momenti molto tesi ma, per contro, anche situazioni divertenti che stemperano la tensione, in un mix ben concepito e realizzato.
Vengono affrontati temi anche di interesse sociale, come il bullismo, e la storia fila liscia fino alla fine senza noia e senza dare l'idea di essere affrettata: sono riusciti a fornire le necessarie informazioni col tempismo necessario, e non è da tutti.
Ambientazioni e musiche sono più che sufficienti, considerato il genere di prodotto, molto piacevoli le OST.
Gli attori hanno dato tutti prova di ottima professionalità, sotto una direzione artistica che non li ha costretti ad esagerare la recitazione, che è rimasta molto naturale.
In sunto, drama promosso su tutta la linea.

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Completed
Strangers from Hell
0 people found this review helpful
Aug 24, 2022
10 of 10 episodes seen
Completed 0
Overall 8.5
Story 8.5
Acting/Cast 10
Music 8.5
Rewatch Value 6.0

Purtroppo non mantiene fino in fondo quello che promette all’inizio


Devo ammetterlo: i primi episodi mi hanno scioccato e irrimediabilmente catturato.
L’atmosfera cupa, pesante, claustrofobica, ossessiva e sporca incatena lo spettatore che non decida di scappare subito a game levate. Perché sì, la tentazione in principio c’è stata, quando ho temuto che mi si stesse guidando verso territori dove non avrei voluto andare. Ma, superato il momento, la storia si dipana ineluttabile e allo spettatore ignaro o preavvisato non resta che assistervi.
L’inferno è l’assenza del diavolo che ci aveva tentati, avrei detto io, probabilmente sbagliando. La tesi che propugna questa serie è che l’inferno siano gli altri, intesi come il nostro prossimo che ci rende la vita un inferno, o il cui sguardo ci costringe entro una gabbia in cui non avremmo mai creduto di voler e poter entrare. E rimanere. I riferimenti letterari, a partire dalle Metamorfosi di Kafka, si sprecano e diventano motivo e pretesto per il pesante sotto testo psicologico che, più delle scene sanguinolente, forma l’ossatura di questo drama.
Il giovane campagnolo Jong Woo viene a Seul, dove un vecchio compagno di scuola gli ha trovato un lavoretto alle sue dipendenze. La vita è molto più cara che a casa e il nostro troverà alloggio solo in un ostello semi fatiscente di periferia, abitato da una serie di inquietanti personaggi, la maggior parte dei quali pare afflitta da tare o turbe mentali. Date a un animale una tana in cui sentirsi al sicuro e non proverà stress. Ma quando quella casa, oltre a essere sporca all’inverosimile e priva di comodità, è teatro di circostanze via via sempre più inquietanti e minacciose, dove potrà il nostro protagonista distogliere la mente dai suoi problemi? E non sono pochi: a casa è rimasto un fratello malato con la madre, la sua ragazza è talmente impegnata col lavoro da non avere tempo per lui, e in più non riconosce il disagio che la nuova sistemazione gli procura, il suo nuovo capo lo disprezza e non glielo manda a dire, e anche chi dovrebbe insegnargli il lavoro fa di tutto per ostacolarlo. Vogliamo dire che la sua vita è un inferno? E siamo appena agli inizi, perché presto diverse persone cominceranno a sparire dalla sua vista, ma non dalla nostra, che verrà resa immediatamente edotta della fine che han fatto.
La storia si svolge per la maggior parte nell’edificio cadente di cui sopra, dove gli inquilini vengono identificati col numero della stanza, e questo ostello di nome Eden (!) è terribilmente buio, vecchio e lurido. Le stanze sono minuscole, lerce, senza aerazione e con pochissima luce, e gli spazi comuni non sono molto meglio. In questa atmosfera opprimente si intuisce un fetore di umanità non solo sporca, ma anche malata, un fermentare di malvagità e perversioni assortite che ammorba il nuovo inquilino e lo spettatore afferrandolo fermamente alla gola. E in questo inferno Jong Woo si dibatterà come un pesce nella rete, incapace di fuggire o far prendere sul serio gli allarmi che lancia sulle stranezze del luogo. Solo una poliziotta di basso grado gli crederà, ma dovrà fare i conti coi ranghi superiori che rifiutano di indagare su quelle che credono sciocchezze.
L’atmosfera è solo una parte di ciò che rende questo drama indimenticabile. La parte del leone la fanno sicuramente gli attori.
Im Si Wan è decisamente il migliore nell’interpretare il protagonista principale Jong Woo. La sua è forse la parte più complessa, perché descrive la sua progressiva discesa all’inferno sia esteriore che interiore. Lo vediamo cambiare letteralmente di minuto in minuto, man mano che la pazzia che lo circonda pare avvolgerlo e risucchiarlo, mentre il viso e gli occhi riflettono irritazione, paura, paranoia, furia, lucida follia.
Lee Dong Wook interpreta Moon Jo, un inquietante dentista che pare sin da subito attirato dal protagonista il quale, dietro le sue attenzioni, non tarderà a discendere in una spirale di demenza sempre più stretta. Siamo abituati a vedere questo talentuoso attore in parti da commedia romantica, ma possiamo tranquillamente dire che ha superato l’esame anche per i ruoli da malvagio.
Gli attori che interpretano gli abitanti dell’ostello sono bravissimi nelle loro parti che descrivono una dis-umanità particolarmente sgradevole. Menzione particolare per la padrona di casa, apparentemente un’ottima cuoca, ma di cui è sconsigliato provare i piatti. Poliziotti, colleghi, tutti hanno fatto un lavoro egregio, che ha contribuito molto alla riuscita del titolo, in questo aiutati anche dalle musiche, per la maggior parte non particolarmente gradevoli, perché terribilmente affini alle scene che commentano. Ci sono però quattro belle canzoni e alcuni pezzi con cori decisamente disturbanti.
E’ un bene che la performance degli attori sia così valida, perché purtroppo la storia presenta diverse pecche ineludibili, a partire dalla scarsa credibilità che le vicende siano fatte proseguire fino alle estreme conseguenze, con pochissima ingerenza da parte delle autorità. Si ha la netta impressione che nessuno intervenga solo per poter lasciare agire indisturbati gli assassini, ci sono diverse circostanze non spiegate, ma questo sarebbe anche tollerabile se la storia procedesse con piglio deciso dal principio alla fine. Invece, come spesso accade, i tempi si dilatano a dismisura, le situazioni diventano ripetitive e ridondanti. Vero che i tempi lunghi contribuiscono a giustificare la discesa agli inferi del protagonista, ma comunque alcune puntate in meno – almeno due, o anche tre – sarebbero andate a beneficio della fruibilità. L’atmosfera e gli accadimenti sono già cupi e opprimenti, se ci si aggiunge lentezza sopraggiunge la noia. Sì, ci sono state alcune puntate di noia per saturazione che a un certo punto mi han fatto quasi lasciare la visione, ma fortunatamente ho perseverato e sono giunta fino alla fine, e ben contenta di averlo fatto.
E’ un drama con diverse pecche, come detto, ma un drama che lascia il segno. Riesce a farti sentire sporco dentro perché sposa la tesi che il diavolo sia già dentro di noi e che basti relativamente poco a farlo affiorare. E agire.
In chiusura, un amichevole avvertimento: se avete lo stomaco delicato, non guardatelo mangiando o dopo aver mangiato. Mi ringrazierete.

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Completed
The Long Ballad
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Jun 2, 2022
49 of 49 episodes seen
Completed 0
Overall 10
Story 10
Acting/Cast 10
Music 10
Rewatch Value 10

Da vedere e rivedere molte volte

Un'ottima produzione, con una magnifica coppia di interpreti e dei comprimari eccezionalmente bravi. Ma prima di qualsiasi altra cosa vorrei spendere qualche parola per la magnifica colonna sonora. Se Cocoon di Zhou Shen è alle solite vette dell'interprete che ormai tutti conosciamo e amiamo, e altre canzoni tolgono parimenti il fiato, è nelle musiche strumentali che questo drama eccelle. Una OST indimenticabile, con alcuni brani che si potrebbero solo definire geniali e che contribuiscono non poco alla riuscita del titolo. Sono diventati la colonna sonora che mi accompagna al lavoro.

Togliamoci subito il sassolino dalla scarpa: ci sono alcune scene, soprattutto di battaglia, che ci vengono mostrate a disegni (il drama è tratto da un manhua). Che sia stato fatto per risparmiare o per problemi tecnici in tempi di Covid, a me non ha disturbato. Preferisco un bel duello coreografato ad una scena di battaglia d'insieme. Se puoi tirare una tenda su due che vanno a letto, puoi anche disegnare una battaglia. Non disturba la storia, non mi ha dato fastidio, anzi. Si potrebbe dire che la scelta abbia aggiunto carattere e originalità al titolo.

La storia in sé è di ampio respiro, se pure a tratti soffra delle solite esagerazioni e ingenuità che servono a mandare avanti la trama della maggior parte dei drama in costume. E' inutile lamentarsene, quando sappiamo benissimo che fa parte del genere. Prendere o lasciare. Il finale ci lascia fortunatamente un buon sapore in bocca, e anche questo è importante.

Molti si sono lamentati della differenza di età tra Dilraba e Leo. Leo Wu, che avevo conosciuto ragazzino in Nirvana on fire, una manciata di anni dopo si è rivelato un giovanissimo adulto di talento e di bellezza meno convenzionale di tanti altri, ma non per questo meno affascinante. Sinceramente, l'ho trovato il candidato ideale per vestire i panni del principe di una tribù "barbara", che ha interpretato in modo molto convincente. Della bravura di Dilraba non c'è nulla da dire: un nome, una garanzia. Anche la chimica fra i due non era certo così carente come ho visto in molti commenti, probabilmente di persone che non erano in grado di dimenticare la differenza di età fra i due. Differenza che non era affatto visibile. Se non ci sono stati baci fra di loro a causa dei limiti nel contratto di Leo, non posso dire di averne patito una gran mancanza. Tanto, diciamocelo, considerato che i baci che ci fanno vedere di solito (salvo lodevoli eccezioni, per esempio Mark Chao in Eternal love) sembrano quelli delle penitenze fra i bambini dell'asilo, non è che ci abbiamo perso molto.

Quella che invece si è rivelata molto soddisfacente è la crescita dei personaggi, a partire dalla protagonista femminile che passa dall’essere una ragazzina assetata di vendetta ad una adulta consapevole delle proprie responsabilità è di ciò che è importante per il paese che ama. Il protagonista maschile è stato magistralmente reso in tutto il suo carisma, onore, rispetto, intelligenza e nobiltà, a maggior ragione perché spicca in mezzo ad altri personaggi che di queste qualità umane sono carenti. Che un personaggio così complesso sia stato così ben interpretato da un ragazzo di vent'anni non può che fargli onore e far ben sperare per la sua futura carriera.

I personaggi di spalla sono stati ampiamente sviscerati, e magistralmente interpretati. Non sono mancati diversi colpi di scena ben condotti. Là dove ‘cattivi’ si sono rivelati essere ‘buoni’ e viceversa, non si è mancato comunque di offrire, per ognuno, solide motivazioni per il loro modo di essere e diventare. Tutto sommato, non si può fare a meno di commiserare il great boss di turno, specie se si pensa alla sua controparte storica realmente esistita, che deve aver avuto una vita infernale. Le interazioni familiari sono molto ben descritte, sia tra le tribù che nel regno.

Aggiungiamo a tutto questo un’ottima cinematografia, splendidi costumi e scenari e ambientazioni, e abbiamo un titolo a mio parere imperdibile, che non raggiunge la perfezione solo per alcune ingenuità e forzature, come detto sopra. Ma sono peccati veniali. Vorrei dimenticare di averlo visto per poterlo riguardare con gli stessi occhi.

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Completed
The Rebel Princess
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Jun 2, 2022
68 of 68 episodes seen
Completed 0
Overall 9.5
Story 9.5
Acting/Cast 9.5
Music 9.5
Rewatch Value 9.5

Una gioa per gli occhi

Dovevo ancora trovare un'opera con così tanti costumi, così sontuosi, con così tante ambientazioni, figuranti, e con una storia così appassionante. Lenta, forse, ma avvolgente. A tratti ripetitiva, può anche darsi, ma sempre coinvolgente al massimo, anche grazie ad una colonna sonora da brivido, e non solo nelle parti cantate.
Le scene di combattimento sono qualcosa di poderoso, senza bisogno di ventagli e spade volanti, che pure mi piacciono tanto. La fisicità dello scontro è resa in tutta la sua rude, potente tragedia. Gli attori, salvo rare eccezioni, hanno tutti dato prova di eccezionali doti. La cinematografia è superba. Luci, inquadrature, scene... non so più cosa lodare.
Certo, come in tutte le produzioni di questo tipo, c'è la solita messe di malintesi e colpi di scena un po' forzati che porta avanti la storia. Lo sappiamo già in anticipo che sarà così, inutile lamentarsi, poi.
Ecco, come opera in costume ha tutto, tranne una cosa: i ragazzini bellocci.
Gran parte degli attori è già abbondantemente matura, forse (senza forse) un po' troppo matura per l'età dei personaggi che dovrebbe interpretare. La prima attrice, di quarant'anni suonati, interpreta in principio una quindicenne, e così molti altri attori/attrici. Ci sono figli che paiono più vecchi dei padri... Sinceramente è l'unica fonte di disturbo che ho trovato in tutta l'opera. Non perché non voglia vedere attori maturi recitare, ma perché il fatto che siano 40enni e oltre che interpretano ragazzini disturba la visione: la mente si incaglia sulla disparità anagrafica, si avverte un senso di confusione, di errore. Ci vuole molto a liberarsene. Ma è veramente l'unico minus di tutto il drama.
Ne comincerei immediatamente una seconda serie da 68 episodi. Se solo esistesse!

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Completed
I’m a Pet at Dali Temple
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Jun 2, 2022
22 of 22 episodes seen
Completed 0
Overall 5.5
Story 4.0
Acting/Cast 7.0
Music 6.0
Rewatch Value 5.0

Comincia benino, ma poi deraglia

Non mi aspettavo moltissimo da questo titolo, e nei primi episodi ho avuto una piacevole sorpresa. Per quanto si capisse a prima vista che si trattasse di un drama scioccherello, le interazioni fra la moderna gattina e il severo antico ufficiale, pur se neanche lontanamente originali, si mantenevano su un livello più che accettabile di piacevolezza. Stava anche cominciando a svilupparsi una trama interessante, con la giusta dose di misteri.

Però non avevo ancora fatto in tempo a riflettere su come fosse rilassata l’etichetta di palazzo, che le cose han cominciato a prendere una brutta piega. E’ proprio vero che spesso nei drama la metà della serie rappresenta il momento in cui tutto può aggiustarsi o andare a catafascio. Qui, purtroppo, le cose sono andata proprio a gambe all’aria. I personaggi han cominciato ad agire in maniera chi sciocca, chi irresponsabile, chi assurda, e così via. Le cose han cominciato a succedere perché serviva alla trama e senza alcun altro motivo apparente, una ingenuità dietro l’altra, mentre le interazioni fra il già ristretto pool di personaggi si infittivano in maniera poco rispettosa della pur abbondante credulità del povero spettatore.

Le vicende hanno continuato a franare velocemente verso un finale che, almeno quello, fosse stato intelligente, avrebbe contribuito un poco a salvare il titolo. Invece, senza fare spoiler, molte sceneggiature tendono a dimenticare che le cose, ai tempi moderni, funzionano in maniera molto diversa che nei tempi antichi. Suppongo che sia così anche in Cina. Molte cose vengono lasciate in sospeso, di alcuni personaggi non si sa bene che fine facciano o cosa sia successo/succederà nei due mondi. Perciò, anche il finale non può dirsi soddisfacente.

Il drama è tratto dal libro omonimo, e mi chiedo se sia così terribile pure quello. Trattandosi palesemente di una produzione a basso costo, i costumi sono a malapena sufficienti, specie perché non vengono praticamente mai cambiati. Non sarebbe grave, se ci fosse della sostanza nella storia, ma abbiamo già visto che non c’è. Né cerchiamola nella CGI, è meglio. Il gatto finto era impresentabile.

A parte i primi episodi gradevoli, di cui prima, l’unica cosa che si salva, in questa valle di lacrime (per lo spettatore), sono gli attori. Comprimari e protagonisti han fatto un buon lavoro nell’interpretare personaggi a volte indifendibili e la FL, soprattutto, è riuscita a dar vita a un personaggio spumeggiante e credibile, nonostante un brutto gonfiore al labbro che deve averla disturbata non poco nelle riprese. Anzi, mi domando perché non siano riusciti a coprirlo meglio: punto di demerito al make-up artist, anche perché spesso le mani del protagonista sembravano cianotiche. Freddo o cosa? Sarebbe bastato forse un po’ di fondotinta per migliorare il risultato. Sorvoliamo pietosamente sul trucco del "demone". E sulle orribili parrucche. In definitiva, un titolo che non mi sento di consigliare, perché parte bene ma degenera ben presto in un pastiche inqualificabile. Peccato, la situazione aveva potenziale, avrebbe potuto essere gestita molto meglio. Chi sono io per dirlo? Una spettatrice, diamine!

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Completed
The Dark Lord
0 people found this review helpful
May 23, 2022
48 of 48 episodes seen
Completed 0
Overall 10
Story 10
Acting/Cast 10
Music 9.0
Rewatch Value 9.5

Un drama troppo sottovalutato

Non so per quale motivo la valutazione generale non sia più elevata. Le recensioni sono tutte entusiastiche... lo sarà anche la mia.
Avviso immediatamente che esiste una scena che mi ha molto stupito: ad un certo punto si assiste ad uno stupro, di gruppo. Ora, per essere in un drama cinese l'ho trovato fin troppo descrittivo. Ci sono un paio di inquadrature veramente pesanti e mi stupisce che abbiano passato la censura. Noi siamo abituati a ben altro, ma... ci siamo capiti.
Detto questo, sono rimasta particolarmente colpita da questa serie, che unisce una storia avvincente e coerente, con ben pochi momenti di noia, ad un cast di tutto rispetto.
Intendiamoci: se quello che cercate è un gruppo di ragazzini bellocci e fighetti, non è qui che lo troverete. Il protagonista, nel panorama degli attori cinesi, non è sicuramente né tra i più alti, né tra i più belli, né tra i più aitanti. Però sta tranquillamente fra i più bravi. Xu Hai Qiao è il vero mattatore che fa da filo conduttore all'intero drama e riesce ad interpretare benissimo tutte le diverse sfumature di un personaggio complesso come quello che gli è stato affidato. Un antieroe, scaltro e navigato, innamorato, ma anche vendicativo, che non esita a prendere nelle proprie mani una giustizia che giudica carente. Non è un buono, certamente. Diciamo che è un meno cattivo.
Ma anche tutti gli altri attori, dai comprimari, alle spalle, fino ai personaggi secondari, tutti hanno fatto un lavoro egregio.
I costumi sono veramente molto belli, ricchi senza essere eccessivamente sfarzosi, le ambientazioni splendide e le coreografie dei combattimenti più che accettabili. La colonna sonora non è proprio stellare, ma si difende più che dignitosamente.
Ma attori, costumi e compagnia cantando nulla potrebbero se non avessero alle spalle una storia. E qui di storia ce n'è, eccome!
Una storia densa di avvenimenti, in diverse ambientazioni, interessante e fluida, dove le cose accadono per un motivo anche quando, verso la fine, ci si domanda perché una certa persona si comporti in maniera così poco furba. La lunga, intensa cavalcata ci lascia alla fine di un arco, con la promessa di nuovi intrighi, lotte e avventure. Intanto, ci siamo molto divertiti: abbiamo riso e pianto, siamo stati sulle spine, abbiamo provato rabbia e disperazione, gioia e speranza.
Come piccolo minus, si può rimarcare come i dignitari di un paese straniero siano stati descritti in maniera quasi offensiva. E sorvoliamo pietosamente sul balletto Bollywood...
Certo, apparentemente non c'è un lietissimo fine. Dico apparentemente perché, guardando gli interpreti della seconda serie (ancora in lavorazione) qualche dubbio uno se lo potrebbe anche porre. Ma la promessa di una nuova stagione tiene viva l'attesa. Non vedo l'ora.

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